"I Leoni di Sicilia" di Stefania Auci (La saga dei Florio) - Casa Editrice Nord


Ci sono libri che sai molto prima di aver deciso di leggerli che saranno la tua ossessione per molto tempo dopo averli richiusi.



Titolo: I leoni di Sicilia
Autore: Stefania Auci
Serie:  La saga dei Florio
Casa Editrice: Casa Editrice Nord
Data di pubblicazione: 6 maggio 2019
Genere: Storico



Ci sono libri che non puoi leggerli subito, appena comperati. Perché un po’ ne hai paura; tremi infatti all’idea che una volta finiti non proverai più quel fremito che accompagna il lettore verso una nuova pagina, la trepidazione di conoscere il seguito della storia.
Ci sono libri che sai molto prima di aver deciso di leggerli che saranno la tua ossessione per molto tempo dopo averli richiusi.
I leoni di Sicilia è uno di questi libri.

Scritto in maniera magistrale da Stefania Auci, non è solo la storia di una famiglia né quello di una Sicilia di fine ‘700 che viene raccontata qui.
E’ la Storia stessa che rinasce e si fa tridimensionale, che si anima e solleva la coltre polverosa su abitudini, tradizioni, pregiudizi e malcostume, dialetti e cultura di un tempo passato che pare essere straordinariamente attuale.
I Florio scappano da Bagnara dopo un grande terremoto, da una Calabria brulla e inospitale per riparare a Palermo, dove saranno sempre considerati “facchini” e stranieri.

Eppure in quella città che li guarda con disprezzo e senza alcuna benevolenza, troveranno la forza di salirne la china durissima e arrivare a ricchezza e potenza incredibili.
Uomini che ingoiano le umiliazioni e che reprimono la rabbia, incanalandola verso il bisogno di rivalsa accumulando ricchezze e un patrimonio che via via si farà sempre più consistente.
Uomini che calpestano i sentimenti di chi è loro vicino, come Giuseppina, moglie di Paolo, che non vorrebbe lasciare la propria terra e la casa dei genitori, eppure costretta - perché fimmena è - a seguire il marito e a subirne le decisioni.
Uomini che non esitano ad abbassare la testa, a subire il disprezzo e la maldicenza di chi li invidia e li teme e a continuare a lavorare duro pur di dimostrare alla Palermo dei nobili squattrinati ma altezzosi e superbi, di essersi scrollati di dosso la polvere delle loro umili origini.

Stefania Auci descrive un’ascesa, storicamente importante, di una famiglia che ha, nel tempo, segnato epoche e mode, partendo dall’inizio, da quel terremoto che scuote fin dalle fondamenta l’orgoglio umano e lo spinge a rischiare e a vincere.
Tratteggia i personaggi con una delicatezza e un rispetto inusitato: ho adorato, per esempio, i ritratti che fa delle donne, solo all’apparenza sullo sfondo di una narrazione che avvince nonostante i numerosissimi cenni storici al suo interno.

Giuseppina, per esempio: cruda, amara, dal carattere coriaceo così tipico di certe donne calabresi - mi ha fatto ricordare mia suocera in tutta la sua imponente testardaggine e inflessibilità - dalla forza di chi si rifiuta di arrendersi e di chi rivendica almeno una parte di ciò che è stata e le è stato tolto.
Ma anche Giulia: forse più mite ma non meno caparbia e fors’anche più coraggiosa. Disposta a sopportare per una vita intera l’onta del primo rifiuto a esser resa rispettabile da parte di Vincenzo, pur di ribadire, con gesti e ribellione (in un’epoca in cui ribellione e disonore non erano condonati a una donna), l’amore profondo che proverà sempre per il suo compagno e padre dei suoi figli.

Ho riconosciuto nelle figure maschili la costanza e la durezza di un’epoca in cui gli uomini dovevano per mandato divino contenere in sé il seme della decisione, dell’intraprendenza e della capacità di rischiare.
E ho patito insieme a Paolo Florio la sofferenza di scelte durissime, di strappi dolorosi e sbagli madornali, vissuti con la testa alta di chi non può vacillare né mostrarsi fragile neppure un istante.
Ignazio e poi Vincenzo, meravigliosi eredi di una progenie che sa che non basta la fatica e la buona volontà per riuscire nella vita, che accetta il dovere di essere intuitivo e veloce, per afferrare quel successo che è loro imposto come scopo di vita ed eredità. Perché è l’intuizione che fa la differenza, ma senza il coraggio di crederci fino in fondo non si arriva da nessuna parte.

Quando leggi libri come questo, l’anima del lettore freme di passione e anche un po’ di orgoglio: questi uomini e queste donne, il cui mito vive ancora oggi e che così bene Stefania Auci ha rispolverato ridando loro la giusta luminosità, sono icone di un’Italia storica ma viva e attuale.
E appena chiuso il libro, non aspetti altro che presto venga dato alle stampe il secondo volume, perché, di certo, la Storia non si accontenterà di restare solo un accenno, bensì vorrà che le venga data la sua giusta, meritatissima ribalta ancora una volta.





Recensione: Amneris
Editing: Alessandra

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