Un sentito grazie a TJ Klune per aver risposto
alle domande della nostra Annemarie
L’autore
L’intervista
(See English Version
below)
D.: Ciao TJ, benvenuto su Crosswords –
Incroci di parole Blog.
Siamo un nuovo weblog di amanti dei libri e la maggior parte di noi conosce anche il più piccolo dettaglio della tua carriera di scrittore e sa recitare a memoria quasi tutti i tuoi libri; abbiamo letto “Le ossa sotto la pelle” in anteprima e abbiamo pubblicato la nostra recensione e lasciaci dire che abbiamo adorato tutti i tuoi personaggi!
Siamo tuoi grandi fan! Grazie per aver accettato di rispondere ad alcune domande sulla tua scrittura e sui tuoi romanzi.
Siamo un nuovo weblog di amanti dei libri e la maggior parte di noi conosce anche il più piccolo dettaglio della tua carriera di scrittore e sa recitare a memoria quasi tutti i tuoi libri; abbiamo letto “Le ossa sotto la pelle” in anteprima e abbiamo pubblicato la nostra recensione e lasciaci dire che abbiamo adorato tutti i tuoi personaggi!
Siamo tuoi grandi fan! Grazie per aver accettato di rispondere ad alcune domande sulla tua scrittura e sui tuoi romanzi.
Di recente sei diventato uno scrittore a tempo
pieno: quando hai iniziato a scrivere e perché hai deciso di “saltare dentro il
rischioso mondo dell’indipendenza”?
R.: Ho iniziato che ero un bambino, scrivendo storie in un piccolo
diario di poco prezzo che mi era stato regalato.
La maggior parte delle storie non avevano assolutamente senso ma mi permettevano di dare sfogo alla mia mente iperattiva.
La maggior parte delle storie non avevano assolutamente senso ma mi permettevano di dare sfogo alla mia mente iperattiva.
Sono
diventato uno scrittore a tempo pieno nel 2016, dopo tanto programmare,
rifletterci su e una non piccola quantità di crisi di panico.
Ho più volte ripensato a lasciare il mio lavoro, ma sapevo di avere sia la forza che le vendite per farlo e ho semplicemente fatto il salto. Sono così contento di aver ascoltato il mio istinto, e non mi sono mai più guardato indietro.
Ho più volte ripensato a lasciare il mio lavoro, ma sapevo di avere sia la forza che le vendite per farlo e ho semplicemente fatto il salto. Sono così contento di aver ascoltato il mio istinto, e non mi sono mai più guardato indietro.
D.: Visto che la tua produzione è così
vasta e tu sei un autore incredibilmente prolifico, puoi dirci quante ore al
giorno trascorri scrivendo?
R.: Scrivo quattro o cinque giorni a settimana
e se ho una buona sessione di scrittura, generalmente vado dalle sette alle
otto ore al giorno.
D.: Hai una musa? Usi schemi, outline o
semplicemente insegui il flusso creativo, la tua ispirazione?
R.:Non saprei dire se “musa” sia la parola
giusta. Io traggo ispirazione dal mondo che mi circonda.
Le idee possono arrivare dai luoghi più strani: per esempio, il mio romanzo in uscita a breve con Tor, “The House in the Cerulean Sea”, è stato ispirato dalla lettura su Wikipedia di una separazione famigliare, dove i bambini erano stati portati via dai loro genitori senza una particolare ragione.
Le idee possono arrivare dai luoghi più strani: per esempio, il mio romanzo in uscita a breve con Tor, “The House in the Cerulean Sea”, è stato ispirato dalla lettura su Wikipedia di una separazione famigliare, dove i bambini erano stati portati via dai loro genitori senza una particolare ragione.
D.: Non hai un genere narrativo
specifico: puoi spaziare dal Romance/Queer Romance al Fantasy, al Comico, al
Mistery e anche nel Mainstream senza battere ciglio.
Qui in Italia è in corso una discussione accesa tra gli autori sulla necessità di specializzarsi in un solo genere, perché il fatto di cambiare in svariati generi narrativi causa confusione e disagio tra i lettori, e per questo la maggior parte degli autori italiani preferisce rimanere confinato in un genere solo. Cosa ne pensi?
Qui in Italia è in corso una discussione accesa tra gli autori sulla necessità di specializzarsi in un solo genere, perché il fatto di cambiare in svariati generi narrativi causa confusione e disagio tra i lettori, e per questo la maggior parte degli autori italiani preferisce rimanere confinato in un genere solo. Cosa ne pensi?
R.: Penso che ciascuno abbia il diritto di scrivere
tutto quello che gli pare, soprattutto se un autore ha la possibilità di farlo.
Quello che è fantastico a proposito del mio catalogo di pubblicazioni è che ho un libro per ciascun genere. Non vi piace il tema di un genere in particolare nel quale sto scrivendo? Ottimo, non leggetelo.
Quello che è fantastico a proposito del mio catalogo di pubblicazioni è che ho un libro per ciascun genere. Non vi piace il tema di un genere in particolare nel quale sto scrivendo? Ottimo, non leggetelo.
Ma per quanto mi riguarda, se dovessi scrivere
sempre e costantemente un certo genere, mi annoierei a morte e si noterebbe
nella mia scrittura. Passare da un genere a un altro mi permette di espandere
la mia capacità e di mantenere attiva la mia creatività .
D.: Persino nelle tue storie più divertenti e
allegre metti sempre un po’ di angst e di sofferenza. Perché strazi così tanto
il cuore dei tuoi lettori?
R.: Perché
questa è la vita! La vita è sciocca e buffa e triste e sconvolgente e noiosa e
ridicola e tutto allo stesso tempo. Nessuno è costantemente felice e dire il
contrario è falso. Anche quando sto scrivendo una situazione straordinaria,
cerco sempre di ricordarmi l’umanità di tutto questo.
D.: Tutte le tue storie, i personaggi e le
ambientazioni derivano dalla sola tua immaginazione oppure c’è qualcosa della
tua esperienza di vita che metti in loro, ovviamente a parte la sessualità ?
Quanto autobiografia metti nei tuoi scritti?
Quanto autobiografia metti nei tuoi scritti?
R.: Penso che tutti gli scrittori mettano
pezzettini di se stessi nelle loro opera. Tendiamo a essere narcisisti in qualche modo. Ma mi sono trattenuto molto, ultimamente, dal mettere troppo di me
stesso in ciò che scrivo.
E’ più stimolante in questo modo: riferirsi al familiare sarebbe facile, ma non mi farebbe di me uno scrittore migliore.
E’ più stimolante in questo modo: riferirsi al familiare sarebbe facile, ma non mi farebbe di me uno scrittore migliore.
D.: Il tuo primo libro auto-pubblicato: "Le ossa
sotto la pelle" ora è uscito sul mercato italiano, tradotto da Triskell
Edizioni. Come ti senti nell'essere così amato e riconosciuto dai lettori
italiani?
R.: Oh, adoro i miei lettori italiani! Mi piacerebbe
che un numero maggiore dei miei libri fossero disponibili per loro.
So che l’attesa per una traduzione non è mai semplice, ma il fatto che la Triskell Edizioni creda nelle mie opere aiuta molto.
So che l’attesa per una traduzione non è mai semplice, ma il fatto che la Triskell Edizioni creda nelle mie opere aiuta molto.
D.: Parlaci un po’ di "Le ossa sotto la pelle": hai ambientato
il romanzo nello stesso luogo dove i personaggi di Into this river I drown,
vivono e si muovono: perché questa scelta?
E come hai avuto l’idea di una storia e situazioni così particolari?
E come hai avuto l’idea di una storia e situazioni così particolari?
R.: Non è andata proprio così. Fino a quando non
mi sono seduto e ho iniziato a scrivere il romanzo, non mi sono reso conto del
fatto che Nate, il protagonista, stava guidando verso l’Oregon e poteva
dirigersi verso Roseland, la città dove è ambientato Into this river I drown
(ancora inedito in Italia).
Mi sono fermato e ho pensato che poteva funzionare, "Le ossa sotto la pelle" è ambientata anni prima di Into this river I drown e ho scoperto che funzionava davvero.
E’ stato interessante rivedere vecchi amici come Big Eddie.
Mi sono fermato e ho pensato che poteva funzionare, "Le ossa sotto la pelle" è ambientata anni prima di Into this river I drown e ho scoperto che funzionava davvero.
E’ stato interessante rivedere vecchi amici come Big Eddie.
"Le ossa sotto la pelle" mi rigirava nella mente
da parecchio tempo.
Inizialmente avrebbe dovuto avere come protagonista un gruppo di adolescenti che affrontavano il male nascosto nella loro città , ma quando è uscito Stranger Things e ha avuto successo, ho messo da parte il tutto per un po’ di tempo, è stato allora che ho modificato la relazione dei tre protagonisti da amicizia a qualcosa di più paterno e che la cosa ha iniziato ad avere più senso.
Inizialmente avrebbe dovuto avere come protagonista un gruppo di adolescenti che affrontavano il male nascosto nella loro città , ma quando è uscito Stranger Things e ha avuto successo, ho messo da parte il tutto per un po’ di tempo, è stato allora che ho modificato la relazione dei tre protagonisti da amicizia a qualcosa di più paterno e che la cosa ha iniziato ad avere più senso.
D.: Negli Stati Uniti il mercato indie degli ebook è prospero; perché hai scelto di auto-pubblicarti e ancora, sei soddisfatto dalla risposta del mercato?
Ripeterai l’esperienza?
R.: Ho deciso di auto-pubblicarmi perché volevo fare
questa esperienza.
Quelli che mi seguono sanno che ci sono grossi cambiamenti all'orizzonte per me il prossimo anno, quando mi sposterò verso una casa editrice differente e più grande. Volevo vedere se potevo fare qualcosa come pubblicare un libro da solo prima di questo cambiamento e sono felice di come sia andata.
Rifarò assolutamente l’esperienza. Infatti ho in mente una nuova serie che sto pensando di auto-pubblicare. Solo il tempo lo dirà .
Quelli che mi seguono sanno che ci sono grossi cambiamenti all'orizzonte per me il prossimo anno, quando mi sposterò verso una casa editrice differente e più grande. Volevo vedere se potevo fare qualcosa come pubblicare un libro da solo prima di questo cambiamento e sono felice di come sia andata.
Rifarò assolutamente l’esperienza. Infatti ho in mente una nuova serie che sto pensando di auto-pubblicare. Solo il tempo lo dirà .
D.: Puoi anticiparci qualcuno dei tuoi progetti
future e forse darci qualche spoiler sui nuovi contratti che hai firmato con le
Case Editrici italiane per nuovi libri (per esempio: pensi che la serie "Green
Creek" sarà tradotta in italiano?)
R.: Mi auguro davvero che la serie "Green Creek" venga tradotta! Wolfsong è stato di recente pubblicato in Spagna ed è andato
molto bene, perciò la cosa è molto appetibile.
"Green Creek "è una delle mie serie più importanti, perciò penso che avrebbe successo se fosse alla fine scelta da un editore italiano.
"Green Creek "è una delle mie serie più importanti, perciò penso che avrebbe successo se fosse alla fine scelta da un editore italiano.
Per quanto riguarda il futuro, ci aspettano
un sacco di cose: gli ultimi due libri di "Green Creek" usciranno quest'anno,
seguiti dal mio debutto MacMillan/Tor il prossimo anno.
A partire da ora, ho otto libri scritti che non sono stati rilasciati, così un sacco di roba in arrivo!
A partire da ora, ho otto libri scritti che non sono stati rilasciati, così un sacco di roba in arrivo!
Grazie mille per questa intervista!
Annemarie
English Version
Annemarie
English Version
Q.: Hi TJ, Welcome to Crosswords – Incroci di parole
Blog. We are a new weblog of books lovers and most of us
know all the slightest details of your writing career and knows by heart almost
all of your books; we read The Bones beneath my skin in advance and we already
published a review and let us tell you that we loved all your characters! We
are big fan of yours! Thank you for having accepted to answer some
questions on your writing and your novels.
You recently became
a full-time writer: when did you start writing and why you decided to “jump
into the risky world of independence”?
A.: I started as a kid, writing stories in a cheap journal I was given.
Most of those stories were absolutely nonsense, but they allowed me to have an
outlet for my overly hyper brain.
I became a full-time writer in 2016, after much planning, deliberation,
and no small amount of panic. I second-guessed myself in the leadup to my
leaving my job, but I knew I had the sales and strength to do it, it’d just
take a big leap on my part. I’m so grateful I listened to myself, and I haven’t
looked back.
Q.: Since your writing production is
outstandingly huge, and you’re such a prolific author, can you tell us how many
hours you do spend writing during the day?
A.: I write four to five days a week, and if
I’m having a good session, I’ll usually go for about seven to eight hours a
day.
Q.: Do you have a Muse? Do you use schemes,
outlines or you just go with the inspirational flow?
A.: I don’t know if muse is the right word. It’s more
that I draw inspiration from the world around me. Ideas can come from the
strangest of places: for example, my upcoming book with Tor, The House
in the Cerulean Sea, came to me after reading a Wikipedia article on family
separations, where children are taken from their parents with no real reason
given.
Q.: You don’t have a specific writing genre:
you can go through the Romance/Queer Romance genre to Fantasy, Comical,
Mistery, and Mainstream without a blink of an eye. Here in Italy there’s a big
argument among authors about specializing in one genre only, that changing so
many genres causes confusion and embarrassment among readers, so most of
Italian authors prefers to stick to just one genre. What do you think about this?
A.: I think everyone has a right to read
whatever they want, much as an author can write whatever they want. What’s
great about my back catalogue is I like to think I have something for everyone.
Don’t like a specific sub-genre I’m writing in? That’s okay! Don’t read it.
But for
me, if I wrote the same genre over and over again, I would get bored out of my
mind, and it would show in my writing. Going from one genre to another allows
me to expand my writing chops and keeps my creativity alive.
Q.: Even in the most cheerful and funny stories of yours you always put a
small amount of angst and sorrow. Why do you rip your readers’ hearts so much?
A.: Because that’s life! Life is stupid and
funny and sad and overwhelming and boring and ridiculous all at once.
Everything isn’t happy all the time, and to say otherwise is false. Even when
I’m writing about extraordinary situations, I try and always remember the
humanity of it all.
Q.: Are all your stories, characters and
environments from your imagination or there’s something about your experience
in life in all of them - apart sexuality, of course -? How much biography you
put in your writing?
A.: I think all writers put bits and pieces of themselves into their
works. We tend to be narcissistic that way. But I’ve strayed away as of late
from putting too much of myself in what I write. It’s more challenging that
way: sticking with the familiar is easy, but it won’t make me a better writer.
Q.: Your first self-published book: The bones beneath my skin is now out
into the Italian market, translated by Triskell Edizioni. How do you feel about
being so cherished and recognized by the Italian readers?
A.: Oh, I love my Italian readers! I only
wish more of my books were available to them. I know the wait for translations
is never easy, but it certainly helps that Triskell Edizioni believes in my
books like they do.
Q.: Tell us just a little about The bones
beneath my skin: you settled the environment on the same that will see Into
this river I drown main characters act and live: why this choice? And how you
got the idea of such a peculiar story and setting?
A.: It didn’t really start that way. It wasn’t until I sat down and
started the book that I realized Nate—the lead character—was driving in Oregon
that I realized he could be heading toward Roseland—the town that is the
setting for Into This River I Drown. I stopped and thought if that could
work—Bones is set years before River—and found that it could. It was
interesting to see some old friends like Big Eddie.
“The
Bones Beneath My Skin” has been sitting in the back of my mind for a long time.
Initially, it was going to be about a group of teenagers facing down an evil in
their town, but then Stranger Things came out and did it better, so I put it
aside for a little while. It wasn’t until I shifted the relationship between
the three main characters from friends to something more paternal that it began
to make sense.
Q.: In USA the indie book market is something prosperous; why did you
choose to go self-publishing and are you satisfied with the market answer? Are
you going to repeat the experience?
A. I decided to self-publish because I wanted the experience. Those who
follow me know some big changes are on the horizon for me next year, when I’ll
be moving to a different, bigger publisher. I wanted to see if I could do
something like publishing a book on my own before that happened, and I am
pleased with how it turned out. I am definitely going to be doing it again. In
fact, I have a new series in mind that I’m thinking about self-publishing. Time will tell!
Q.: Can you anticipate us some of your next
projects and maybe give us some “spoilers” about new contracts signed with
Italian publishers for new books to come (for example, do you think Green Creek
Series will ever be translated into Italian, maybe) ?
A.: I hope the Green Creek
series will be translated! Wolfsong was recently released in Spanish and did
very well, so the appetite is there. The Green Creek series is one of my
biggest, so I think it would do just fine if picked up by an Italian publisher.
As for the future, a bunch of stuff lays ahead: the last two Green Creek
books will come out later this year, followed by my MacMillan/Tor debut next
year. As of right now, I have eight books written that haven’t been released,
so lots of stuff coming!
Thanks so
much for having me!
Annemarie
Intervista: Annemarie
Editing: Alessandra
Editing: Alessandra
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