Anteprima: "In luce fredda" di Micol Mian e Sabrina Romiti (Rosa dei venti Vol. 1) - Triskell Edizioni

In luce fredda di Micol Mian e Sabrina Romiti, bella sorpresa che Triskell Edizioni offrirà ai suoi lettori, è sì un romanzo avvincente, ma soprattutto un romanzo di stile. 


Titolo: In luce fredda
Autore: Micol Mian, Sabrina Romiti
Serie: Rosa dei venti vol.1
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Data di pubblicazione: 29 Febbraio 2020
Genere: Lgbt



C’è da qualche tempo un’accesa diatriba sul fatto che le autrici di MM scrivano romanzi inappropriati, incapaci come sono di descrivere un rapporto omosessuale veritiero, reale, oggettivo. La discussione va avanti da parecchio: le donne non devono (imperativo) scrivere di ciò che non potranno mai sapere né comprendere appieno, essendo loro (appunto) femmine e non dotate dei giusti attributi per “penetrare” il vero nucleo dell’essere maschio e gay. Non starò qui a disquisire se sia un pensiero giusto o meno, non è la sede opportuna, peraltro. Ma ne faccio cenno perché In luce fredda, un bel romanzo della collana Rainbow della Triskell Edizioni che sta per uscire sugli store, merita un’attenzione particolare. Perché? Per prima cosa perché è stato scritto da ben due donne, e seconda perché il libro è magnificamente scritto.

In un romanzo non guardo mai solo la trama, le emozioni che una certa storia sa suscitare, ma controllo sempre più cose in una volta: la caratterizzazione, l’ambientazione, i dialoghi e, soprattutto, lo stile. Se per molti romanzi MM sullo stile non mi soffermo moltissimo perché, in genere, si tratta di narrazione semplice e diretta, quando mi trovo a sorprendermi per la liricità di un passaggio e la bella scrittura “alta” che permea tutto un romanzo, allora mi fermo e mi rileggo alcuni passaggi più e più volte solo per il gusto di godermi la sequenza di parole e frasi.

In luce fredda di Micol Mian e Sabrina Romiti, bella sorpresa che offrirà Triskell Edizioni ai suoi lettori, è sì un romanzo avvincente, ma soprattutto un romanzo di stile.

Carlos è un giovane ispanico desideroso di affrancarsi dalla sua condizione e di dare la scalata al successo attraverso una laurea in legge e un tirocinio nello studio legale prestigioso di David Hamilton, avvocato di potere, sprezzante e narcisista. Carlos ha abbassato la testa e si è immerso nel lavoro senza guardarsi attorno, senza ascoltare la propria coscienza che gli urla che quello non è il genere di avvocatura congeniale ai propri principi: Hamilton infatti difende un senatore accusato di stupro e omicidio di una giovanissima prostituta. Ma Carlos aspira a una vita normale: moglie, figli, casa bella, carriera, successo. Cose normali, che crede di poter ottenere attraverso una scalata lenta ma progressiva verso l’alto nella piramide sociale. Sebbene l’attrazione che prova per Vivian lo mandi in confusione.

Vivian, Viv per tutti, invece è bellissimo, angelico ed enigmatico. Vive la vita, e il sesso, come una punizione da espiare, si perde in comportamenti autolesionistici e cerca di lottare contro l’attrazione fortissima che nutre nei confronti di Carlos attraverso atteggiamenti provocatori, fa di tutto per suscitare reazioni violente dai suoi interlocutori. Perché deve espiare. Per una colpa che non ha, per un crimine che non ha mai commesso ma di cui sente il peso come un giogo inesorabile.

Il graduale ma costante avvicinamento dei due protagonisti è inevitabile ma descritto come un salendo di sensazioni e ritrarsi, ogni contatto tra i due una sorta di scossa, di ustione che fa malissimo e che distrugge per poi ricostruire subito dopo. I personaggi che gravitano attorno a Viv e Carlos, nel bene e nel male, sono descritti in maniera ottima. La scrittura di Mian-Romiti è avvolgente e cattura fin dalle prime battute. La storia, per quanto possa sembrare complicata e contorta, si svela con naturalezza, quasi che lo stile accattivante delle autrici prenda per mano il lettore e lo conduca con soave leggerezza verso il finale; non induca in errore il binomio “soave-leggerezza”: la storia è profonda, pregna di sofferenza e di angst, il passato di entrambi i protagonisti è cupo e doloroso ma il tutto è descritto in modo da non indurre il lettore a deprimersi o a provare raccapriccio, piuttosto la catarsi è dietro l’angolo, la riflessione è spontanea.

Perciò, ricollegandomi a quanto scritto in “cappello” di questa recensione, le donne potranno anche non saper “descrivere” appieno un amplesso omosessuale ma di certo sanno raccontare i complicati meccanismi di difesa dell’animo umano, i contorti processi di mortificazione e catarsi della psiche  e questi percorsi non hanno sesso, abbracciano tutti indistintamente. Brave Micol Mian e Sabrina Romiti per questa prova ampiamente superata.





Recensione: Annemarie De Carlo

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