"Papà Marilyn" di Clara Cerri - Tempesta Editore


Clara Cerri non ha scritto il classico romanzo rosa ma una bella storia di cadute e risalite nella quiete di una vita all'apparenza scontata e normale.



Titolo: Papà Marylin
Autore: Clara Cerri
Serie:  Autoconclusivo
Casa Editrice: Tempesta Editore
Data di pubblicazione: 27 giugno 2019
Genere: Young Adult/ lgbt


Roy Cerri ha solo 15 anni quando il padre, depresso da molto tempo, esce di casa una mattina, un giro in macchina al quale Roy stesso si è sottratto declinando in modo insofferente l’invito del genitore, e non torna più.

È stato solo un incidente? Un gesto volontario?

Non si saprà con certezza ma in cuor suo Roy sa, o almeno crede di sapere, che sì, suo padre si è tolto la vita. E il senso di colpa, quel suggerimento che gli viene da dentro, sul fatto che se fosse andato con lui non avrebbe compiuto quel gesto, lo perseguiterà per anni, senza mai lasciarlo.

Il libro di Clara Cerri è un romanzo a più piani di lettura: da un lato la formazione del protagonista, Roy, che da adolescente turbato e già pieno di bagagli personali sulle spalle, anche prima della morte del padre, il senso del dovere, quello di sopportare un genitore assente, triste, pressante, la necessità di mostrarsi sempre al meglio nello sport per essere all’altezza delle aspettative genitoriali, i difficili rapporti con amici e compagni al liceo, le prime domande sulla sua sessualità, che attraverso la relazione con Bob, ragazzo più grande e sicuro della sua identità omosessuale, lo porterà a riconoscersi ma a non abbandonarsi mai del tutto a ciò che è, dall’altro, appunto il difficile rapporto con la società, con i suoi coetanei e la famiglia di origini italiane che per certi versi è particolarmente ingombrante.

La storia di Roy è stratificata, complessa e mai banale.

Il suo percorso è sia lineare, fatica ad accettarsi bisessuale, a farsi accettare da una società che ritiene la bisessualità più una sorta di vizio, di debolezza nell’indecisione e non un’identità reale, così come lo stile narrativo di Clara Cerri, lucido e diretto, ma al tempo stesso zigzagante e come tale anche i piani narrativi ai quali il lettore si troverà di fronte.

Roy affronta vari momenti: l’attrazione per Bob, la scelta di vivere la relazione con lui ma il rifiuto di dichiararsi (ha pur sempre solo quindici anni) alla famiglia e alla società, la pressante insoddisfazione del suo amante che invece vuole da lui un abbandono completo, il tradimento e l’outing nell’ambito scolastico della sua presunta omosessualità, una risalita faticosa e una nuova delusione, il riscatto con Lilian, la ricerca spasmodica di una propria personalità artistica e infine l’ennesimo abbandono. Questo è il tratto forse più doloroso di questo romanzo: tutti abbandonano il protagonista e ogni volta Roy dovrà faticosamente ricostruirsi e ricomporre la propria identità personale; ma probabilmente la morale, se morale c’è in questo romanzo, è proprio questa: la crescita è un processo di solitudine. Si è liberi solo se si raggiunge il traguardo, la maturazione, e lo si ottiene attraverso un percorso in solitaria. 

Clara Cerri non ha scritto il classico romanzo rosa ma una bella storia di cadute e risalite nella quiete di una vita all’apparenza scontata e normale che si fa speciale grazie all’esperienza, alle domande e alle tantissime non-risposte, ai mille dubbi che attraversano la mente di un adolescente mai superficiale che indaga su se stesso e si risponde attraverso l’accettazione di sofferenze e delusioni senza mai incolpare nessuno se non se stesso. La cosa più impressionante è la leggerezza anche nell’affrontare tematiche profonde, l’assenza di un’angoscia compiaciuta, che forse avrebbe dato al lettore una “scossa” in più ma che avrebbe comunque avuto tanto sentore di manierismo,  e anzi, la cauta e delicatissima se non attenta analisi di un’anima che cresce e che evolve. Sarebbe infatti interessante poter scoprire come Roy Cerri sia cresciuto ed evoluto negli anni successivi a questo romanzo.

Se una pecca si vuol trovare in questo bel testo è, forse, il dilungarsi troppo in certi pensieri da parte del protagonista, che però lo rendono tridimensionale e reale in quanto è esattamente così che gli adolescenti crescono e affrontano gli step successivi della loro maturazione.





Recensione: Annemarie

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