“Carabosse” di Annalisa Mantovani Sassi è il libro che non ti aspetti, capace di farti accapponare la pelle per l’argomento trattato, e nel contempo così ben scritto e capace di fascinare da non poterlo chiudere prima della parola fine.
Titolo: Carabosse
Autore: Annalisa
Mantovani Sassi
Serie: autoconclusivo
Casa
Editrice: Triskell Edizioni
Data
di pubblicazione: 13 Luglio 2021
Genere: Contemporaneo
Paranormale M/M
Eleuthère Roux detto Lelou dagli amici e una promessa della
danza, ma ha anche un dono che può rivelarsi un pesante fardello: fin
dall’infanzia, infatti, è capace di vedere i fantasmi. Creature eteree che a
volte gli chiedono piccole commissioni, cose che non permettono al loro spirito
di andarsene, bisognose di un aiuto per poter trovare la pace. Ma il fantasma
della giovane ballerina che appare durante uno dei suoi esami per diventare sujet – e in seguito
aspirare a essere un étoile – è
diverso, tramite lei conoscerà l’uomo del suo destino, ma si troverà anche a
dare la caccia a un assassino.
Nicholas Greville, futuro Conte di Warwick e pianista di
talento, è a Parigi per un motivo preciso, scoprire finalmente ciò che è
accaduto la sera di tanti anni prima alla sua sorella gemella, morta in
circostanze misteriose. Scomparsa una sera di cui lui ha ricordi nebulosi, e
dove verità e fantasie danno forma a incubi atroci che non gli danno pace, Nicholas
è destinato a scoprire una verità che potrebbe essere peggiore di quanto crede.
Lelou si inchinò di nuovo sfoderando il più luminoso dei suoi sorrisi da palcoscenico, si abbassò a prendere il borsone e uscì dalla quinta di destra, cercando di non dare a vedere quanto l’adrenalina della danza e l’agitazione per quell’esame gli avessero irrigidito i muscoli. Si sentiva come Pinocchio prima di diventare un bambino vero.
Aveva vent’anni, ormai. Se non fosse riuscito ad avanzare subito da coryphée a sujet, avrebbe perso qualsiasi speranza di poter fare la prova per premier danseur l’anno successivo, e quindi di potersi esibire in un ruolo di rilievo e aspirare al titolo di étoile. Quella sarebbe stata la sua vendetta perfetta, il coronamento di un sogno covato fin da quando, a quattro anni e mezzo, nonna Leontine gli aveva fatto vedere Rudol’f Chametovič Nureev in televisione. Il suo personale fuso di arcolaio per addormentare e far tacere tutti coloro che lo avevano scoraggiato, allontanato, spinto a rinunciare.
Dimenticato.
Annalisa Mantovani Sassi ha saputo creare la suspense
perfetta, perché fin dalle prime pagine veniamo attirati in un orrore senza
fine, che però non diventa mai troppo pesante da leggere. Nel primo capitolo ci
permette di dare uno sguardo alla mente malata di un uomo orribile che si bea
del suo potere e della sua depravazione, per vederlo poi ricevere la sua giusta
ricompensa, e non ho mai parteggiato con un assassino come in quel momento
esultando quasi per la sua fine. E per quanto ami pensare di essere una persona
civile, le scoperte che verranno alla luce pagina dopo pagina, mentre uomini
malvagi ricevono solo una minima parte del male che hanno fatto, vi farà
parteggiare per questo giustiziere mentre Eleuthère e Nicholas tenteranno di
scoprire la sua identità per fermarlo.
Una ricchezza capace di insabbiare ogni verità, una
depravazione portata all’eccesso, la sicurezza di chi crede di potersi
permettere qualunque cosa: ecco contro cosa si scontrano la volontà di Nicholas
di fare luce finalmente su quella notte dannata e il desiderio di Eleuthère di
aiutarlo tramite quel potere che a volte ha maledetto e che gli ha reso la vita
così amara.
Sono due personaggi davvero belli quelli che l’autrice ha
creato. Eleuthère è solare e talentuoso; ha avuto un’infanzia difficile e solo
grazie all’amore dei suoi nonni è riuscito a realizzare i suoi sogni, ma per
questo ha dovuto rinunciare a sua madre, troppo succube del marito. Oltre a
questo il suo dono/maledizione non lo ha certamente aiutato e solo la sua
migliore amica sa di questo potere. Lui e Nicholas sono legati dall’amore e
dalla loro ricerca della verità, ma anche dalla passione che li accomuna per la
musica e la danza, un’intesa che li rende perfetti l’uno per l’altra e che
permetterà a entrambi di far fronte alle rivelazioni che coinvolgeranno le loro
vite.
La scrittura dell’autrice è elegante, originale il legare le
favole nella loro forma più primitiva e crudele all’azione riportando alla
mente le paure infantili, rendendo l’orrore ancora più vivido e
indimenticabile. Una bella prova di scrittura capace di avvincere e intrigare, e
un’autrice talentuosa tutta da scoprire capace di emozionare, ma non vi
nascondo che avrei preferito ben altro finale.
Ringraziamo la casa editrice per averci fornito la copia ARC di questo romanzo.
Recensione: Lucia63
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